SINFI Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture

Nello scorso articolo abbiamo visto la sostenibilità tecnica e il compenso economico che può derivare da un impianto multiservizio. Oggi vedremo come verranno censiti tutti gli impianti e come questa operazione risulta essere necessaria affinché non solo vengano registrate tutte le informazioni tecniche per permetterne la gestione da parte dei fornitori dei servizi di rete, ma anche e soprattutto per permettere di usufruire del compenso. Infatti, solo la presenza della propria infrastruttura in questo archivio permetterà al proprietario, o al condomino, un ritorno dall’investimento eseguito grazie al citato meccanismo dell’equo compenso che già funziona per le reti di telecomunicazioni, ma che deve essere ancora adottato per molte altre reti.

Le informazioni relative agli impianti, segmento di terminazione verticale in fibra ottica, e quelle relative ai proprietari, saranno contenute nell’archivio del SINFI (Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture, anche detto “Catasto delle Infrastrutture di Rete”).

L’archivio è di fondamentale importanza perché conterrà tutte le informazioni tecniche ed amministrative relative alle infrastrutture strategiche esistenti sul territorio. Tale operazione, protratta nel tempo, sarà di fondamentale importanza ai fini dello sviluppo e dell’efficienza per la infrastrutturazione del paese.

I dati contenuti nel SINFI, riguardano:

  • reti di telecomunicazione;
  • reti elettriche;
  • reti di approvvigionamento idrico;
  • reti di smaltimento delle acque;
  • reti del gas;
  • reti per il teleriscaldamento;
  • oleodotti;
  • reti per la pubblica amministrazione;
  • siti radio operatori tlc o di emittenti radio-televisive;
  • infrastrutture ad uno promiscuo.

Sono inoltre inseriti nel sistema i dati relativi agli edifici equipaggiati con una infrastruttura passiva interna multiservizio (cd edifici UBBReady, ovvero edifici infrastrutturati ai sensi dell’art. 6-ter del decreto legge 133 del 2014, nonché gli edifici scolastici di cui all’accordo del 27 ottobre 2015 tra Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).